Kyoto ha mille templi e mille storie da raccontare. Ecco i miei suggerimenti sui cinque luoghi spirituali che più mi hanno affascinato tratti dal mio libro Lo spirito di Kyoto.
Tempio Eikan-do: il luogo perfetto, silenzio, percorsi in legno lungo giardini, acqua, distributore di tè verde, pochi turisti.
Fushimi Inari Taisha: una collina percorsa da tunnel vermigli fatti da migliaia di archi votivi in legno dipinto di rosso. Salire in cima fermandosi in piccoli templi e case da tè oppure rinfrescarsi sotto una cascata.
Monte Hiei: che ci si salga con il bus o con la funivia, l’altopiano del monte Hiei, che sovrasta Kyoto, è un luogo magnifico per passeggiare tra complessi secolari di templi in legno e fissare negli occhi il Buddha (letteralmente)
Kurama Dera: si prende un trenino, si sale tra gli alberi fino un enigmatico tempio dove si venerano divinità venute da Venere ed eremiti seduttori. Poi ci si può rilassare con un bagno nell’antica piscina in legno all’aperto dalle acque termali perennemente calde.
Tempio Daigo ji: nascosto in una zona periferica, ai piedi di colline percorse da sentieri sacri, il silenzioso Daigo ha uno degli angoli che più si avvicinano all’immaginario dell’occidentale: ponti in legno rosso che attraversano stagni con carpe colorate.

Kyoto temple are thousand, thousand are the stories you can tell about. Here are my suggestions for the five places that I loved from my book: Lo Spirito di Kyoto
Eikan-do Temple: silence, gardens, wooden paths, green tea dispenser, no tourists.
Fushimi Inari Taisha: thousand red arches running up the hill, small temples, teahouses.
Mount Hiei: dominating Kyoto, you can reach it by bus or cablecar. Wonderful paths, three temples compounds, Buddha Eyes.
Kurama Dera: take a fairy tale train, walk in the forest to a strange temple where a Venusian goddess and an erotic hermit are worshipped. Then relax in the hot spring waters of the nearby thermal complex.
Daigo-ji Temple: hidden in the city outskirts, under wooden hills full of pilgrimage sites, silent Daigo owns one of Kyoto’s more huge corners for Westerners. Red bridges crossing ponds offer magical reflections.
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