L’isola è sempre stata un luogo ideale per chi voleva dedicarsi alla vita contemplativa. Naturalmente isolata dal resto del mondo, permetteva ai cercatori di solitudine quel distacco non sempre garantito sulla terra ferma. Per questo ci sono stati in passato molti monasteri su isole, non solo nel mondo cristiano. Col passare del tempo molti sono stati distrutti o abbandonati per mancanza d’acqua o di risorse altri sono stati inglobati dallo sviluppo civile dell’isola in cui si trovavano. Ce ne sono però alcuni che, soprattutto a causa della limitata estensione dell’isola in cui si trovavano, sono riusciti a sopravvivere nel tempo, talvolta anche a rinascere, Eccone cinque assai diversi tra loro per ubicazione.
Monastero di saint Honorat sull’isola di Lèrins, in Francia.
Ne abbiamo parlato diffusamente in un post precedente a cui rimando per ulteriori informazioni (link). In sintesi: posizione incantevole al largo di Cannes; fondazione antichissima, anche se gli edifici attuali risalgono in gran parte al secolo scorso; comunità cistercense dinamica e accogliente, che produce prodotti di cosmesi naturale, vini e distillati. C’è un grande foresteria aperta tutti ma l’isola è perfetta anche per una visita in giornata. L’ultimo traghetto verso Cannes parte attorno alle 17. Ottimo ristorante al molo.
Monastero di Frauenwörth, sull’isola di Frauenchiemsee in Germania.
Per chi visita la Baviera sulle tracce di Ludwig una tappa irrinunciabile è quella all’isola di Frauenchiemsee, sul lago di Chiem, che già nel nome, “frauen” (donne) richiama la presenza di una comunità femminile di monache benedettine. Sullo stesso lago c’è anche un isola chiamata Herrenchiemsee (herren, uomini) un tempo occupata da un monastero maschile poi trasformata in uno dei palazzi del re di Baviera. Frauenwörth è un monastero antico e importante (fu fondata nel 886) e possiede una delle principali testimonianze dell’arte pittorica medievale in Germania. Un primo ciclo di affreschi, risalente all’epoca carolingia, si trova nella Torhalle, edificio del 850 un tempo portale d’ingresso dell’abbazia; altri affreschi, risalenti invece al 1120, si trovano nella chiesa abbaziale romanica di Santa Maria e sono opera di un artista salisburghese. Ma sull’isola dove si trovano anche una foresteria e un ristorante e bello andare anche per passare qualche ora in un luogo antico e affascinante.

Monastero di Mater Ecclesiae, Orta San Giulio.
Bisogna invece accontentarsi di vistare la chiesa nel monastero benedettino femminile che si trova sull’isola di san Giusto sul lago d’Orta. Si tratta di una delle più grandi e dinamiche comunità monastiche italiane, ma solo chi fa richiesta di soggiorno nel monastero (solo donne e solo con motivazioni spirituali) può godere dell’atmosfera segreta di pace che si vive dietro le sue mura. Per gli altri una visita all’isola è comunque consigliata perché l’antica chiesa è molto bella e contiene interessanti affreschi e il percorso obbligato che si snoda tra giardini e piccole case rivolte verso il lago è comunque emozionante, anche se quel “silenzio”, continuamente evocato da cartelli disposti lungo il percorso, si può forse apprezzare solo nei giorni feriali.

Monastero dei SS Cosma e Damiano, Tkon, Croazia.
Questo è un monastero davvero poco conosciuto, anche dai turisti che frequentano la costa dalmata. Si trova sull’isola di Palaman, fronteggiante Zaravecchia, ed è abitato da una comunità di monaci benedettini della Congregazione Slava. Il complesso, alto su un promontorio che domina il mare e il bel borgo marino di Tkon, è piuttosto piccolo e, a parte la bella chiesa e un lapidario con numerose iscrizioni in glagolitico (l’antica lingua slava) non ha molto da offrire. Però può essere un’ispirazione per visitare un angolo di Croazia ancora poco conosciuto.

Monastero di Iona, Scozia.
Anche di questo monastero, che amo particolarmente, ho già parlato in un post precedente (link). Si tratta di un antico luogo di culto del monachesimo celtico che si raggiunge con un traghetto dall’isola di Mull, nelle Ebridi Interne. Già il fatto che per arrivarci bisogna prendere due traghetti (quello verso Mull consente il trasporto dell’auto) indica la solitudine di questa isola verde e brulla, dove spicca l’antica abbazia mirabilmente restaurata da una comunità monastica scozzese (non cattolica) che è tornata a essere un centro di accoglienza e spiritualità. Attraversare la selvaggia Mull, prendere il piccolo traghetto e girare per i sentieri dell’isola, tra antiche croci celtiche, cimiteri remoti, e visioni mozzafiato del turbolento mare scozzese, è un’esperienza che suggerisco a chiunque.

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