I santuari alpini hanno sempre un grande fascino. Sorgono infatti in posizione invidiabile, a dominio di strade perché nel passato, oltre ad assolvere una funzione spirituale, erano dei veri e propri luoghi di assistenza materiale. Nell’area culturale di lingua tedesca questi santuari di distinguono poi per la prevalenza di edifici in colore bianco. Edifici imponenti, spesso di stile barocco, che contrastano con il verde dei prati e dei boschi che li circondano. Pietralba, che il colore bianco l’ha persino nel nome (in tedesco si chiama Weissenstein che verrebbe più moderno tradurre Pietrabianca) non sfugge a questa tradizione.
Sentieri tracciati nel bosco, in un paesaggio di straordinaria bellezza, accompagnano da secoli i pellegrini che da tutte le valli alpine dell’Alto Adige convergono verso il santuario di Pietralba (Weissenstein in tedesco) situato nei pressi del paese di Nova Ponente (Deutschofen).
Rustiche “via Crucis” li guidano nei loro passi verso la chiesa, trasformando il cammino di avvicinamento in un’esperienza di meditazione.
Pietralba appare poi alta su una collina, con i suoi edifici serrati attorno alla chiesa e con la caratteristica facciata dalle torri gemelle. E’ un convento piuttosto anomalo, quello retto dai padri Serviti, un convento senza chiostro, ma è anche esemplare di una particolare funzione propria di questo ordine. Peculiare al carisma dei Servi di Maria è infatti la cura di alcuni grandi santuari mariani, affidati di solito a una comunità piuttosto ridotta ma sufficiente comunque alla cura delle funzioni religiose e delle confessioni.
Il “santuario degli uomini dei monti”, come è stato definito Pietralba, inizia a costituirsi nel 1563, con le semplici forme di una cappellina eretta dal ricco contadino Leonardo Weissensteiner per esaudire un voto. Leonardo Weissensteiner era il capo maso di una famiglia contadina del pianoro di Pietralba. Una malattia lo rendeva debole e gli impediva di svolgere al meglio il suo ruolo di responsabilità. Pregò così la Vergine di aiutarlo ed Ella gli rispose che l’avrebbe aiutato se avesse fatto costruire una chiesina con una campanella che doveva essere suonata ogni sera per chiamare le popolazioni in preghiera. Leonardo accettò l’impegno ma ben presto, tornato sano, se ne scordò. Ricadde perciò gravemente malato e già si disperava di salvarlo. Alzatosi dal letto fuggì nei boschi, ritirandosi in un selvaggio vallone dove gli apparve nuovamente la Vergine che lo rimproverò di non avere esaudito la sua promessa. Egli si pentì e promise questa volta di esaudire il voto ma la Vergine, non fidandosi, lo obbligò a restare nove giorni e nove notti in quel luogo remoto, senza cibo o bevanda, come penitenza. Ritrovato dai parenti, si mise quindi a scavare il terreno per edificarvi la cappella con tanto di campanella. Secondo una tradizione, fu proprio mentre scavava che trovò sepolta la statua della Pietà che oggi si venera nel Santuario; secondo altre fonti la trovò invece tra i rami di un albero. Qualunque sia la verità, la piccola immagine in pietra chiara, alta solo venti centimetri, è custodita nella cappella fin dalle origini, e, come si può giudicare dalla nutrita raccolta di ex voto, non lesina grazie e miracoli.

L’aspetto del Santuario è decisamente barocco ma risente dei numerosi restauri avvenuti nel secolo scorso. Al suo interno incorpora ancora la cinquecentesca cappella di Leonardo Weissensteiner. Numerose le tele e gli affreschi del XVIII secolo, notevoli soprattutto quelli del viennese Adam Moelckh (1753) decorano la volta. Ancor più interessante è però la raccolta di ex voto ospitata nei due corridoi del complesso conventuale e che costituisce una vera e propria galleria di devozione popolare, con dipinti semplici, naif, realistici, drammatici.

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Alpine shrines have a great charm, dominating mountain’s roads, because in the past they were real places of material assistance too. In the German-speaking cultural area, these shrines are white, imposing buildings, often in Baroque style, emerging in the green of the meadows and woods that surround them. Pietralba, which has the colour white even in its name (in German it is called Weissenstein, which would be more modern to translate Whitestone) perfectly represents this view.
Forest trails in a landscape of great beauty lead pilgrims from all the Alpine valleys of South Tyrol to the shrine of Pietralba (Weissenstein in German) near the village of Nova Ponente (Deutschofen).
Rustic “way of the Cross” welcomes them walking towards the church, transforming the path of approach into an experience of meditation.
Pietralba appears high on a hill, with its white buildings tightly clustered around the church with its twin towers facade. A small convent without a cloister, run by the Servite, stands by the church; Servites usually take care of Marian shrines entrusted to a rather small community.
The “sanctuary of the men of the mountains”, as Pietralba has been defined, began to be established in 1563, with the simple forms of a chapel erected by the rich peasant Leonardo Weissensteiner to fulfill a vow. Leonardo Weissensteiner was the head of a farming family on the Pietralba plateau. A disease made him weak and prevented him from fulfilling his role of responsibility in the best possible way. He prayed to the Virgin to help him: she answered telling him that she would help if he had a church built with a bell that had to ring every evening to call the people in prayer. Leonardo accepted the commitment but soon when he was back healthy, he forgot about it. He, therefore, fell seriously ill and was already desperate to save him. He got up from his bed and fled into the woods, retreating to a wild valley where the Virgin appeared to him again, reproaching him for not having fulfilled his promise. He repented and this time promised to fulfill his vow but the Virgin, not trusting him, forced Leonardo to stay nine days and nine nights in that remote place, without food or drink, as penance. Found by his relatives, he then began to dig the ground to build a chapel with a bell. According to a tradition, it was while he was digging that he found the statue of the Pieta buried, which today is venerated in the shrine; according to other sources, he found it instead among the branches of a tree. Whatever the truth, the small image in light stone, only twenty centimeters high, is kept in the chapel from the beginning, and, as you can judge from the large collection of votive offerings, does not skimp on graces and miracles.
The Sanctuary, baroque but frequently renewed in the last centuries, still incorporates the sixteenth-century original chapel, where paintings and frescoes from the 18th century decorate the vault. Even more interesting, however, is the collection of votive offerings in the two corridors of the monastery complex, a veritable gallery of popular devotion, with simple, naive, realistic, and dramatic paintings.
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