C’e un detto, ormai talmente inflazionato da sembrare stucchevole, che definisce l’Italia come una terra “di santi, poeti e navigatori”. Non posso esprimermi sulla validità assoluta di questa affermazione, specialmente per quanto riguarda la seconda e la terza della sue parti ma certamente affermare che l’Italia sia una “terra di santi” non è una esagerazione. Basta infatti consultare una qualsiasi mappa territoriale, leggere una guida, percorrere vie di pellegrinaggio per imbattersi, un po’ dovunque, in santuari dedicati a santi. Questa volta voglio presentarvi una piccola selezione di una categoria particolare di santuari: quelli dedicate a donne. Non parlo di quelli dedicati alla Donna per eccellenza della tradizione cristiana (ne ho già parlato qui e qui) ma ho scelto quelli che secondo me sono dieci luoghi rappresentativi di dieci storie diverse di santità femminile che attraversano i secoli. Naturalmente è solo una scelta e, come tale, prevede delle selezioni. Questi non sono probabilmente i dieci santuari più visitati ma, a mio parere, coprono diversi carismi, diverse epoche, diverse biografie.
PER CONOSCERE I SANTI ITALIANI “AL MASCHILE”, LEGGI QUI: Santi italiani, dove trovarli/The Italian saints where to worship them
1 – SANTUARIO CATERINIANO DI SIENA (Toscana)
Essendo santa Caterina (Caterina Benincasa, 1347-1380) la patrona d’Italia mi pare giusto partire da lei, anche perché il santuario che le è dedicato è molto particolare. Si trova infatti proprio nel centro della bella città toscana e occupa in gran parte lo spazio della sua casa natale. Trasformato in santuario già nel 1464 è composto da un loggiato, cortili e tre Oratori, tra cui di particolare suggestione è quello del Crocifisso dove la Santa avrebbe ricevuto le stigmate. Un luogo di meditazione, che ha il pregio di aver mantenuto l’aspetto di elegante casa senese, quella in cui nacque la giovane Caterina Benincasa destinata a far tremare papi e potenti. Energica, politica, mistica, dottore della Chiesa, è la santa con il carisma della visione.
2 – SANTUARIO DI SANTA RITA, CASCIA (Umbria)
La grande e moderna basilica di Santa Rita (Margherita Lotti, 1381-1457), caratterizza il paesaggio di Cascia, antica città della Valnerina, universalmente nota proprio per la devozione alla santa agostiniana dell’amore e del dolore. La visita del monastero permette di ripercorre i luoghi sacri che segnarono la vita della mistica Rita: si passa dal coro, al giardino, dove si trova ancora la vite da lei piantata, all’alveare che le fu caro, alla cella, dove morì e dove venne sepolta prima di essere trasferita nella cappella a lei dedicata nella nuova basilica e dove si trova ancora l’antico sarcofago in legno. Madre, vedova, monaca, sofferente, ha una biografia incerta ma è divenuta tra le sante più amate nel mondo, come esempio e aiuto nella sopportazione del dolore e del proprio destino.
3 – SANTUARIO DI SANTA ROSALIA – PALERMO – Sicilia
Ricavato in una grotta sulle pendici del Monte Pellegrino che domina Palermo, il santuario di santa Rosalia (Rosalia de’ Sinibaldi -1130-1170) è uno dei principali luoghi di devozione siciliani. Eretto nel 1625 è composto da una parte edificata e dalla grotta originaria, la parte più suggestiva del complesso, che possiede notevoli opere d’arte barocca. Le reliquie della santa sono però custodite nel Duomo di Palermo. Nobile di famiglia, destinata a un matrimonio importante, Rosalia decise proprio alla vigilia delle nozze di ritirarsi in questa grotta, spinta da una visione di Gesù. Secondo la tradizione saranno le sue preghiere a proteggere la città da un’epidemia di peste. Nobile, visionaria, taumaturga è una santa che unisce azione e contemplazione.
4 – SANTA MARIA GORETTI – NETTUNO – Lazio
Il santuario seicentesco, originariamente dedicato alla Madonna delle Grazie, è stato recentemente consacrato anche alla memoria della santa bambina (1890/1902) che morì poco lontano per difendersi da un tentativo di violenza. Col passare degli anni la nuova consacrazione è diventata la principale facendo di questo luogo in bella posizione a dominio del mare. una delle mete più frequentate dai pellegrini nel Lazio. Le spoglie di Maria Goretti si trovano nella cripta del santuario che è retto dai padri Passionisti. Un altro santuario dedicato a Maria Goretti si trova nella cittadina di Corinaldo, nelle Marche, da cui proveniva la sua famiglia. Essendo morta da bambina questa santa dei tempi moderni rappresenta l’esempio di una donna che, pur di non cedere allo stupro, preferisce morire. Un tema di una certa attualità.
5 – SANTA GEMMA GALGANI – LUCCA – Toscana
Anche questo santuario è dedicato a una donna vissuta in tempi recenti, essendo praticamente contemporanea di Maria Goretti. La mistica Gemma Galgani (1878/1903), per tutta la vita desiderò entrare nell’ordine passionista ma che non vi riuscì a causa delle sue condizioni di salute cagionevole. Questo moderno santuario, con l’annesso monastero passionista, nasce proprio da una visione della santa che avrebbe ricevuto direttamente da Gesù il comando di edificarlo nella sua città natale, cosa che non riuscì a vedere essendo morta giovane. Mistica, visionaria, sofferente, è la santa di pura spiritualità che si consuma nell’ansia di Dio.
6 – SANTA ROSA – VITERBO – Lazio
Famoso per la spettacolare cerimonia della “macchina”, un obelisco costruito in tela e legno alto venti metri che il 3 settembre di ogni anno viene portato a spalla da 62 “cavalieri”, il santuario di santa Rosa è un edificio a pianta centrale con cupola edificato nei primi anni del XX secolo sul luogo di uno più antico, affrescato da Benozzo Gozzoli, distrutto nel 1632. La venerazione verso la santa (1233-1251), terziaria francescana morta nel 1251, il cui corpo si trova nella cappella di destra della chiesa, nasce dalla sua predicazione e dalla sua preghiera costante che protessero la città durante l’assedio subito dalle truppe di Federico II. Combattiva, militante, integerrima, è una santa davvero popolare, in quanto vicina alla gente, diretta e coraggiosa.
7 – SANTA LUCIA – VENEZIA e SIRACUSA
Anche se oggi il nome di santa Lucia a Venezia ci fa pensare alla stazione ferroviaria, la devozione per questa santa nella città lagunare è molto antica. Le sue reliquie furono portate qui nel medioevo (1204) da Costantinopoli e custodite per secoli in una chiesa, con annesso convento, che sorgeva proprio dove ora sorge la stazione. Le reliquie della santa sono ora custodite nella vicina chiesa di san Geremia, la prima che si incontra passando il ponte in direzione san Marco. Frequentata dai pellegrini e dai devoti, ma non dal turismo di massa, è un luogo tranquillo dove le spoglie della santa sono esposte in un contesto di quieta contemplazione. A mio parere uno dei luoghi più sorprendenti in città. Un’altro santuario a lei dedicato si trova a Siracusa, sua città natale, dove il suo corpo fu custodito dal momento del martirio (avvenuto secondo la tradizione nel 304) al 1039 quando, essendo la città siciliana caduta nelle mani degli arabi, fu condotto a Costantinopoli. Protagonista di un martirio cruento (ma probabilmente non le furono mai strappati gli occhi..) è la santa martire dei primi secoli del cristianesimo. La sua protezione, invocata per i disturbi della vista, nasce quindi più dal suo nome (Lucia, portatrice di luce) che da un reale evento biografico.
8 – SANT’AGNESE – ROMA
Edificata sulle catacombe in cui era custodito il corpo della santa, l’attuale basilica di sant’Agnese fuori le Mura è frutto di una complessa ricostruzione successiva al degrado della primitiva basilica eretta nel IV secolo. Per secoli la chiesa ha subito aggiunte e modifiche ma conserva ancora nell’abside un notevole mosaico antico che rappresenta la Santa tra i papi Simmaco e Onorio. Roma è densa di memorie di santi e sante martiri ma ho scelto questo santuario come simbolo e come punto di partenza di un futuro itinerario dedicato. Altro esempio di santa delle origini dalla biografia incerta, anche Agnese come Maria Goretti, venne martirizzata per aver voluto difendere una scelta di castità cristiana piuttosto che cedere a un matrimonio combinato. Curiosamente entrambe avevano dodici anni, anche se in epoca antica l’età in cui una giovane poteva sposarsi era molto anticipata rispetto ai nostri parametri
9 – SANTA MARGHERITA – CORTONA – Toscana
La terziaria francescana Margherita viene spesso definita la santa del peccato e del pentimento. La sua vita infatti (1247-1297) è divisa in due parti: una prima parte in cui convisse, senza essere sposata con uomo, la seconda in cui ripudiata e scacciata dalla famiglia dopo la morte del compagno, ebbe una vera e propria crisi mistica dedicando la sua vita alla preghiera e all’assistenza dei poveri. Il suo santuario è una rutilante ricostruzione neogotica del XIX secolo che sovrasta la bella cittadina toscana. Santa dalla vita avventurosa, in cui è rappresentata la classica storia di redenzione attraverso la sofferenza, è tra le più interessanti dal punto di vista agiografico.
10 -SANTUARIO DELLE SANTE VINCENZA GEROSA E BARTOLOMEA CAPITANIO – LOVERE – Lombardia
Voglio concludere la lista con questo santuario, forse meno conosciuto dai più, che si trova a Lovere, in provincia di Bergamo. È un santuario neogotico, eretto nei primi anni del XX secolo e decorato all’interno con affreschi dai colori vivissimi, che si trova annesso al Coventino da cui ebbe origine l’istituto della Suore di Maria Bambina, fondato da suor Vincenza Gerosa (Caterina Gerosa, 1784-1847) e Bartolomea Capitanio (1807-1833) nel 1833. Anche il loro culto è quindi abbastanza recente ma diverge da quello delle altre due sante del XIX secolo presentate in questa rassegna perché è legato a uno dei grandi carismi della moderna spiritualità femminile: quello dell’assistenza ai poveri, agli orfani e ai malati. Anche in questo caso si tratta di attualità.
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