In un precedente post avevamo parlato dell’abbazia di Beuron, in Germania, culla della rinascita artistica del monachesimo tedesco nel XIX secolo. In Francia un’esperienza simile interessa l’abbazia di Solesmes, non lontana da Le Mans, dove l’arte praticata non è la pittura come a Beuron ma il canto gregoriano, riportato ai suoi antichi splendori. Chiunque ami questa forma artistica e liturgica non può non assistere a una funzione nella casa madre o anche in una delle sue abbazie “figlie” che portano avanti con livelli spesso equivalenti (come nel caso di Silos, in Spagna) la ricerca e l’esecuzione del canto gregoriano. Qui suggerisco, vista anche la relativa vicinanza, di aggiungere alla visita della casa madre quella della sua splendida figlia di Fontgombault, dove il canto gregoriano si innalza sotto le volte di una splendida chiesa abbaziale.
I viaggiatori del sacro, che percorrono la Francia in cerca di santuari e abbazie non hanno probabilmente Solesmes nella loro lista. Spesso anche nelle guide turistiche le vengono dedicate poche righe e anche la sua collocazione, nella regione della Sarthe, a sud ovest di Le Mans, non favorisce visite occasionali o di passaggio. Qui bisogna proprio venirci intenzionalmente. Col rischio, come mi accadde, la prima volta che la visitai, di restarne persino deluso. Solesmes infatti non è la classica abbazia in posizione amena, isolata in una valle o su un colle, sorge in un piccolo centro urbano, in riva al fiume, ma non è facile apprezzarne il fascino dall’esterno. Infatti molti di coloro che arrivano a Solesmes condividono una passione, oltre a naturalmente un bisogno spirituale: la musica. Non esiste infatti luogo al mondo dove il canto gregoriano sia altrettanto curato, studiato, valorizzato e anche divulgato, perché gli austeri monaci benedettini di Solesmes aprono talvolta le porte della loro abbazia per corsi e seminari di paleografia musicale.
Prima di entrare nell’abbazia di Solesmes conviene però scendere in riva alla Sarthe, il fiume che scorre al suo fianco, attraversare il ponte e osservarne la mole dalla riva opposta. Solo così si possono coglierne l’imponenza e l’aspetto austero e riservato. Gli edifici abbaziali sono relativamente moderni, risalgono infatti solo alla fine del XIX secolo, ma con la loro architettura, che ricorda vagamente un fortilizio, paiono adatti a custodire il particolare stile di vita che caratterizza la Congregazione Benedettina che qui è nata che ne porta il nome.
Fondata nel Medioevo, Solsemes fu per secoli un semplice priorato e conobbe una sorte comune a molti edifici religiosi francesi: decadenza, perdita di vocazioni, soppressione, degrado degli edifici. Per molte antiche fondazioni non c’è stata possibilità di rinascita. Solesmes è stata più fortunata perché un sacerdote del luogo, dom Guéranger, che amava quelle antiche rovine, nel 1833 riuscì con grandi sacrifici a riscattarle dai privati a cui appartenevano e a farne il punto di partenza per una ripresa, non solo della vita religiosa locale ma di tutto il monachesimo francese. A differenza di altre abbazie benedettine dove la vita comunitaria era ormai associata alla cura di parrocchie e ad attività educative, scelte per poter sopravvivere all’epoca delle soppressioni vantando una dichiarata utilità sociale, i monaci solesmesi si concentrarono soprattutto sulla liturgia e in particolare sul canto gregoriano, riportandolo allo splendore dei suoi secoli d’oro (VIII –XII secolo) grazie al lavoro di paleografia musicale di due monaci, dom Jansin e dom Porhier. In quegli anni di rinascita, dopo la grande crisi successiva alla Rivoluzione Francese e alle ripetute soppressioni dei regimi liberali, similmente a quanto avveniva in Germania a Beuron per la pittura, a Solesmes si rinnovava la liturgia monastica in tutto il suo splendore. Dall’abbazia “madre” ne derivarono così altre, tutte con la stessa matrice liturgica, in Europa, America ed Africa.
Solesmes è quindi una tappa imprescindibile per chi è interessato alla vita religiosa e alla storia del monachesimo anche se dal punto di vista artistico ha ben poco da offrire, se non due belle cappelle rinascimentali, ornate di affascinanti sculture, conosciute come “I santi di Solesmes”. L’arte che vi si pratica è soprattutto quella del canto e si esprime alla perfezione nella severa chiesa abbaziale in stile neogotico dove l’assenza di decorazione aiuta a concentrarsi meglio sulla magia e sulla qualità del suono.
Ecco l’orario delle preghiere quotidiane nella loro scansione “base”, particolarmente importante in questa abbazia dove la visita non può essere completa senza assistere almeno a un momento di preghiera. In alcune particolari festività o periodi liturgici esse possono però variare per cui invitiamo a consultare il bellissimo sito ufficiale dell’abbazia www. solesmes.com
7.30 Lodi
10.00 Messa conventuale cantata
13.00 Ora Sesta
13.50 Ora Nona
17.00 Vespri
20.30 Compieta
A Solesmes, esistono anche foresterie in cui è possibile soggiornare (diverse le modalità e gli spazi per singoli uomini, donne o gruppi, i dettagli qui) con un costo di circa 35 euro al giorno e un negozio, dove acquistare soprattutto i numerosi cd ma anche miele, marmellate e un celebre “pan di spezie” prodotto dai monaci.
Le abbazie della Congregazione Solesmese si trovano in diverse nazioni europee. Molte sono di fondazione abbastanza recente ma tutte garantiscono un alto livello di vita spirituale e funzioni in canto gregoriano. Ecco un link dove trovare l’elenco completo delle abbazie solesmesi nel mondo. Di una però vorrei parlarvi in questo post. Si tratta di..
… Fontgombault, la bellissima “figlia”
Suggerisco, visto che non è poi così lontana, di aggiungere a quella di Solesmes la visita dell’abbazia di Fontgombault, nel dipartimento dell’Indre, appartenente sempre alla stessa congregazione, dove il canto gregoriano si innalza nelle navate di una delle più belle chiese abbaziali di Francia e, forse d’Europa.
Fontgombault, splendida abbazia isolata sulle rive della Creuse, protetta dal fiume e racchiusa in un contesto paesaggistico di grande effetto, si annuncia con la mole della sua chiesa abbaziale. I benedettini della Congregazione di Solesmes che vivono oggi nell’abbazia formano una delle comunità più riservate, rigorose e attente alla tradizione. Per questo le liturgie di Fontgombault sono sempre alquanto curate e suggestive. A dare al tutto un effetto ancor più magico contribuisce lo splendido coro romanico, uno dei più belli d’Europa, miracolosamente sopravvissuto ai saccheggi e alle spoliazioni che hanno invece interessato gli edifici abbaziali annessi che sono stati in gran parte ricostruiti. Solo la chiesa è normalmente visitabile ma solo la chiesa, di fatto, merita una visita. Il suo coro, in particolare, illuminato da vetrate policrome, ha un qualcosa di magnetico, forse anche perché non è perfettamente allineato con l’asse della navata centrale, e sembra sfuggire allo sguardo. Fondata nel 1091 da Pierre de l’Etoile in un luogo dove vivevano da tempo eremiti, Fontgombault prosperò per tutto il Medioevo, malgrado la Guerra dei Cent’Anni, e riuscì anche a sopravvivere al nefasto regime della Commenda, quando le abbazie venivano date in cura a nobili che le depredavano senza rispetto, ma nel 1791 nulla riuscì a salvarla dalla soppressione. Solo nel 1849 dei monaci venuti da Solesmes si presero cura di ridare vita a quanto rimaneva di questo grande e splendido complesso medievale. Si può dire che ci siano riusciti, sia dal punto di vista formale, visto che l’abbazia è oggi una delle più belle di Francia, sia dal punto di vista spirituale perché Fontgombault è un vero punto di riferimento per chi cerca un’esperienza religiosa “forte”. I monaci infatti concedono la possibilità di condividere la loro vita ma le richieste sono selezionate e verificate perché non vi siano turbamenti dell’intensa vita spirituale della comunità.

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