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Dopo lo scisma provocato dalla Riforma luterana, la Chiesa vive uno delle epoche più creative nella storia degli ordini religiosi. Dal 1540 al 1673 nascono infatti nuove famiglie religiose, denominate Chierici Regolari, che propongono un ideale di vita spirituale diverso da quello degli ordini antichi, sia contemplativi sia mendicanti. Tra essi i Barnabiti, conosciuti oggi soprattutto come educatori ma attivi alle origini soprattutto come audaci “riscaldatori di anime”.
Istruzione catechistica, predicazione della dottrina di san Paolo, esaltazione del Crocifisso e dell’Eucarestia, tridui del cosiddetto Carnevale santificato (!), diffusione delle Quarantore, comunione frequente, educazione dei laici raccolti nelle Congregazione dei Coniugati: ecco solo alcune delle pratiche, spesso eccentriche, per cui i Barnabiti si distinsero nella Milano del Cinquecento. Erano quindi dei veri agitatori spirituali e non c’è da stupirsi che queste devozioni spinte e stravaganti attirassero sul nuovo ordine anche accuse di eresia, placate solo dalla Bolla “Dudum felicis” di Paolo III del 1535 che metteva la Congregazione sotto la giurisdizione della Santa Sede, non senza aver consigliato ai Barnabiti di attenuare alcune delle loro esagerate mortificazioni.
I Chierici Regolari di S.Paolo (Congregatio Clericorum Regularium S.Pauli, Barnabitorum), universalmente conosciuti come Barnabiti, nascono dunque a Milano, nel 1530, per opera di un sacerdote cremonese di nome Antonio Maria Zaccaria. Anche se il personaggio era tutt’altro che focoso (anzi era gracile e di salute cagionevole) la sua idea di riforma si basava su un concetto molto chiaro: se la fede, la devozione e la vita religiosa erano decadute la colpa stava in una sola parola: tepdità!
L’azione del nuovo ordine era quindi consacrata allo scopo di scuotere soprattutto il clero (ma non solo) dal torpore in cui era precipitato. Per questo tutta la vita del fondatore sarà dedicata a combattere la sua grande nemica, la tiepidezza spirituale. Attraverso un apostolato dai toni ardenti, talvolta spettacolare e provocatorio, Antonio Maria Zaccaria riuscirà, non senza fatica e sacrificio personale, nello scopo di risvegliare le coscienze, individuando nell’attività educativa lo strumento ideale per raggiungere il proprio fine.
Nel 1545, a 15 anni dall’inizio della sua avventura milanese, la ancora piccola ma animosa famiglia di “guerriglieri della fede” si trasferisce in quella che sarà poi la sua casa madre: la chiesa di S.Paolo e Barnaba, da cui deriva il loro nome “volgare” di Barnabiti. In questo periodo comincia a delinearsi anche il pensiero dello Zaccaria, sempre più ispirato al messaggio paolino. Quella che egli prevede per i propri discepoli è quindi una vera e propria militanza, che anche attraverso il ricorso ad azioni provocatorie e spettacolari, riesca a scuotere il clero e il popolo milanese dall’aborrita “tiepidità” e a riscaldarne le anime prima ancora che le pratiche.
I chierici barnabiti si danno quindi a una frenetica predicazione per le vie di Milano, sottoponendosi a mortificazioni pubbliche e a gesti che attirano su di loro l’attenzione del popolo ma anche delle autorità civili e religiose. Vengono così denunciati e inquisiti ma neppure l’istruzione contro di loro di due processi con l’accusa di diffondere pratiche eretiche, riesce a fermare la loro azione che anzi inizia anche ad estendersi anche nel vicino Veneto.
La voglia di perfezione del fondatore, pura e appassionata, lo spinge alla creazione di forme nuove di devozione tra cui si imporrà quella delle Quarantore, adorazione pubblica e solenne del S.S. Sacramento. Oltre a sviluppare la famiglia dei chierici barnabiti lo Zaccaria, sempre in guerra con la “tiepidità”, ovunque essa si annidasse, non farà mai mancare la sua assistenza anche alle altre comunità religiose in cerca di guida spirituale e darà vita a missioni di predicazione al popolo fino a che la morte lo coglierà all’improvviso, all’età di 36 anni, tra le braccia della madre nella nativa Cremona.
Quello che distingue i Chierici di San Paolo da altri ordini nati nel XVI secolo (in particolare i Gesuiti) è soprattutto il senso di ascesi controllata e discreta, quasi aristocratica, che pervade i suoi membri. Proprio questa strenua difesa della propria originalità spirituale non permise mai ai Barnabiti di compiere un grande proselitismo, cosicché rimasero sempre un piccolo ordine, seppure di grande qualità. Oggi l’ordine conta circa quattrocento religiosi (di cui tre quarti sacerdoti), presenti in una sessantina di case e collegi e divisi in nove province in Europa, Sud America, e Stati Uniti e Africa. I Chierici regolari di S. Paolo svolgono la loro opera con particolare attenzione all’educazione e alla cura spirituale. Oltre ai collegi si occupano infatti di case di ritiro e si dedicano allo studio delle scienze sacre non disdegnando, secondo tradizione, l’apertura a forme nuove di devozione Per avere un riscontro di come sia oggi orientata la spiritualità barnabita suggerisco il link a questo sito, relativo all’eremo di Eupilio, in provincia di Como, dove si svolgono corsi e momenti di ritiro
http://www.barnabitieupilio.org/.
La chiesa di san Barnaba a Milano, santuario per l’ordine dei Barnabiti. ph. Citypilgrim