Nel cuore della Basilicata, non lontano dal borgo di Sant’Arcangelo, un antico convento francescano ha trovato una nuova vita grazie a un coraggioso e sorprendente percorso museale multimediale. Si tratta di santa Maria d’Orsoleo, nascosta in un luogo silenzioso e Sant’Arcangelo, che comprende anche un santuario dalla decorazione insolita.

Mi sono spesso trovato a criticare una certa passività, tipicamente italiana, nel valorizzare strutture religiose e tesori d’arte utilizzando, senza falsi pudori e remore di carattere accademico, le nuove tecnologie e le possibilità di aumentare l’efficacia della comunicazione artistica diretta a tutti i visitatori. Potete quindi immaginare la mia sorpresa quando, risalendo le curve che conducono al convento di santa Maria d’Orsoleo, in provincia di Potenza, mi sono trovato davanti a un cartello con la dicitura “Museo Scenografico”. Cosa sarà mai un “museo scenografico”, mi sono chiesto, oltretutto nascosto in questo angolo bellissimo ma remoto d’Italia? Lasciando in sospeso la domanda mi sono diretto subito verso la chiesa, che ha un ingresso indipendente e che si trova in posizione dominante, rivolto a un paesaggio infinito di colline. Avevo letto che questo luogo era stato un tempo potente, un convento dei frati francescani osservanti, dedicato allo studio e alla formazione, che per un certo periodo ospitò anche il governo provinciale dell’ordine. Oltre alla chiesa, era suggerita la visita a un chiostro e un refettorio che conservavano ancora affreschi tardo rinascimentali di Giovanni Todisco di Abriola, un pittore sicuramente sconosciuto alle masse, ma molto importante per lo sviluppo dell’arte figurativa in questa regione.

La chiesa si rivelò essere in realtà molto bella, pur nella sua stranezza stilistica, conservando, tra l’altro, un notevole pavimento in maioliche, un bellissimo coro ligneo scolpito e una venerata statua della Madonna di cui si sarebbe celebrata di lì a qualche giorno la festa. Le gentili signore, intente a tirare a lucido ogni angolo della chiesa in vista dell’evento imminente, mi dissero però che il complesso era ora diviso in due parti: quella ancora adibita a santuario che comprendeva la sola chiesa, e quella organizzata in un museo “multimediale” che comprendeva invece gli ambienti conventuali, tra cui il chiostro e il refettorio con i celebri affreschi del Todisco.

E qui mi diressi, ritornando verso la parte inferiore del complesso. Mi aspettavo, malgrado il titolo sospetto di “scenografico” mi avesse messo in guardia, uno dei soliti musei inerti e abbastanza polverosi che talvolta si incontrano nei conventi e nei monasteri italiani. Mai però avrei pensato di trovarvi invece un percorso didattico e multimediale così accurato e all’avanguardia da essere in linea con alcune presentazioni sofisticate ammirate in Francia, dove nel valorizzare il patrimonio religioso sono bravissimi, o nel Regno Unito, in cui il concetto di experience, fatta di suoni, luci e immagini dinamiche, ha da tempo prevalso su quello di semplice esposizione statica.

Un gentile e appassionato volontario mi ha introdotto a questo spazio fatto di suoni, luci e animazioni, che per la qualità e la cura del racconto merita di essere pubblicizzato e conosciuto, cosa che faccio davvero volentieri. Vi si raccontano storie dell’ordine francescano, si può assistere a una spettacolare spiegazione degli affreschi del refettorio realizzata con proiezioni di luce che evidenziano i diversi particolari significativi; si può sostare in box con cuffie dove ascoltare musiche, imparare da pannelli interattivi dedicati all’alimentazione, alla vita quotidiana, al lavoro, alla storia del convento, compreso il disastroso incendio doloso che distrusse la celebre biblioteca, una delle più grandi e fornite dell’Italia Meridionale.

C’è anche una parte dedicata alla leggendaria origine del luogo, secondo la quale un principe avrebbe qui ucciso un drago (ci sono anche alcuni presunti reperti ossei della terribile creatura). Insomma una vera e propria esperienza, da cui si esce, una volta tanto sorpresi e soddisfatti.
Il biglietto costa 5 euro (prezzo ampiamente giustificato da quanto si trova all’interno!) ed è purtroppo normalmente aperto solo nei week end e nei giorni festivi. Negli altri giorni lo si può visitare solo su prenotazione, Per informazioni: 3493679632.
