La Baviera è una terra di abbazie. Hanno un aspetto in gran parte risalente al XVIII secolo, gli anni d’oro del monachesimo tedesco, ma sono state trasformate in gran parte in massicci complessi scolastici dopo le leggi liberali del XIX secolo. Andiamo alla scoperta di due antiche fondazioni, Weltenburg e Rohr, dove la visita agli edifici monastici è alquanto limitata ma l’atmosfera e le possibilità di ammirare alcuni capolavori della scultura sacra del Rococò tedesco creati dai fratelli Asam, valgono senz’altro un viaggio. E anche un prosit a base di birra dei monaci!
Il battello sbuca da una gola con rocce a picco e, adagiata proprio sulla riva del fiume, appare l’abbazia di Weltenburg. E’ una visione sorprendente, perché il Danubio scende impetuoso e gonfio di acque facendo una larga curva proprio davanti agli edifici monastici lambendo l’ampia spiaggia di ghiaia. Su un muro del monastero tacche con data ci confermano che il fiume ha più volte “visitato” l’abbazia senza però farle mai troppo male se è vero che sta lì dall’anno 600, la più antica tra tutte le abbazie bavaresi. La mancanza di spazio ha limitato l’espansione degli edifici conventuali, assicurandole un’atmosfera assolutamente unica, turbata (o ravvivata!), specie nella stagione estiva, dalla presenza di chioschi e di una frequentatissima Klosterkeller, la cantina monastica, che occupa con i suoi tavoli gran parte del cortile interno (la birra di Weltenburg è conosciuta e apprezzata nella regione). Fondata dai monaci irlandesi di Luxeuil e divenuta benedettina “solo” nel 768, Weltenburg ha avuto nella sua lunga vita numerose vicissitudini, da cui però ha saputo sempre riprendersi. L’ultima rinascita risale al 1842, quando, dopo la secolarizzazione del 1806, i monaci venuti dalla non lontana abbazia di Metten le restituirono una vita spirituale.

La chiesa è l’unico ambiente religioso visitabile: entrati siamo subito catturati dalla spettacolare rappresentazione sacra di un “San Giorgio a cavallo” splendente, avvolto dalla luce, mentre scaccia il terribile dragone da un’impaurita donzella. L’arte plastica e il gusto per il teatro sacro di Egid Quirin Asam, uno dei grandi maestri del tardo barocco bavarese, raggiungono nell’altare maggiore di Weltenburg uno dei vertici assoluti. Confrontando questo altare con quello della non lontana abbazia di Rohr (vedi sotto) appare evidente come il gusto di questo grande interprete dell’arte tedesca si rifacesse ai grandi modelli del barocco italiano (che aveva studiato soggiornando a Roma) riprendendone il gusto patetico ed emotivamente coinvolgente senza però mantenerne il distaccato punto di vista derivante dalla tradizione classica rinascimentale. Qui la scena è costruita per stupire e commuovere senza limiti o pudori e anche la chiesa, che ha una grande cupola affrescata dal fratello Cosmas Damian Asam, partecipa di questo progetto. Arricchita da altari laterali e da un curioso pulpito su cui si erge la figura di san Benedetto, vive su un gioco di affreschi, marmi, stucchi, sculture che, come sempre accade nelle creazioni dei fratelli Asam, è raffinato e coinvolgente, persino provocatorio nella sua intenzione di coinvolgere lo spettatore nello spazio religioso.

Se vi è piaciuto il san Giorgio di Weltenburg dovete raggiungere la non lontana abbazia di Rohr. Fondata nel 1133 dal nobile Adalberto, l’abbazia fu abitata da canonici agostiniani fino alla secolarizzazione del 1806. Ubicata ai margini di un villaggio, l’abbazia è piuttosto sobria, priva dell’imponenza quasi scostante di altri complessi bavaresi, con la facciata della chiesa compressa tra una torre campanaria troppo grande e i bianchi edifici conventuali. La chiesa, vero gioiello rococò, è decisamente l’unico edificio interessante perché il monastero, come molte altre abbazie tedesche, è in gran parte adibito a scuola retta dai monaci stessi. Concentriamoci quindi sul suo altar maggiore, creato da Egid Quirin Asam (l’architetto- scultore della famiglia): si tratta di una delle creazioni più spettacolari, drammatiche e stupefacenti esprimesse dall’arte del Settecento in Germania. Alto su una scalinata e chiuso da colonne di marmo policromo, ospita un gruppo plastico con l’Assunzione al cielo di Maria di grande intensità, vivacità ma soprattutto profondità scenica. La luce che scende dall’alto tra nuvole e raggi dorati dà al tutto un tono ancor più drammatico. Vero e proprio “teatro sacro”, questo altare mette in secondo piano i bellissimi stalli lignei, il pulpito, e i vivaci ma equilibrati affreschi del fratello pittore Cosmas Damian Asam.
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Bavaria is a land of abbeys, white, huge buildings transformed into school complexes ‘cause of the 19th century’s liberal laws. Visiting Weltenburg and Rohr you can admire two masterpieces of the German Rococo created by the Asam brothers. It worth a trip and a prosit with a strong monks’ beer!
The abbey of Weltenburg, rising on the river bank is a surprising vision. The Danube descends impetuously, making a wide curve right in front of the monastic buildings, lapping a pebble beach. On a wall of the monastery, notches confirm us that the river has repeatedly “visited” the abbey but its strong walls date back since 600 b.C, making it the oldest of all the Bavarian abbeys. The lack of space has limited the expansion of the convent buildings but beer lovers come here to visit its popular and friendly Klosterkeller. The church is worth a visit for its spectacular “Saint George on horseback”. The plastic art of Egid Quirin Asam, one of the great masters of the late Bavarian Baroque, reaches its higher peak in the Weltenburg’s altar. This master of German art was inspired by Italian Baroque, he had studied staying in Rome, but its pathetic and detached point of view seems totally free from of the classical Renaissance tradition. The church itself, with its large dome frescoed by his brother Cosmas Damian Asam, is part of this emotional project. Enriched with side altars and a curious pulpit on which the figure of St. Benedict stands seems like a game of frescoes, marbles, stuccoes, sculptures that, as in all creations of the Asam brothers, seems even provocative in its intention to involve you in the religious space.
The nearby Rohr Abbey was founded in 1133 on the edge of a village and has a strange church façade compressed between an oversized bell tower and white convent buildings. The church’s interior is another Rococo jewel and its altar by Egid Quirin Asam is one of the most spectacular, dramatic, and amazing creations of the Eighteenth-century art in Germany. High on a staircase and closed by columns of polychrome marble, it houses a plastic group with an “Assumption of Mary” of impressive intensity, vivacity, and scenic depth. The light, descending from above through clouds and golden rays, gives everything a more dramatic mood, like in a “sacred theatre”. In addition to the amazing altar don’t miss the beautiful wooden stalls, the pulpit, and the lively but balanced frescoes by the brother/painter Cosmas Damian.
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