Holy Lights: le luci della fede

Illuminato, illuminazione, luce… nelle religioni del mondo esiste un ricorrente bisogno di identificare chi ha conosciuto con la luce, in opposizione con le tenebre che invece ancora avvolgono chi non sa. Questo tema è troppo ampio e troppo profondo per essere trattato in un semplice post. Quello che posso fare è offrirvi delle fiammelle che ho raccolto in alcuni luoghi del mondo e che mi hanno aiutato a provare ad uscire dal buio. Dopo Holy Waters un altro post di approfondimento sugli elementi.

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light in the Korean Monastery at Lumbini, Nepal, ph. Maria Lecis

Questa luce, piccola ma potente, viene da Lumbini, in Nepal, il luogo dove Buddha è venuto al mondo e uno dei viaggi proposti da i Viaggi dello Spirito. Era in un angolo del Tempio Coreano (a Lumbini ogni nazione buddista ha un proprio tempio o monastero), un edificio nuovo e piuttosto brutto, non ancora completato. Eppure questa luce ci catturò. Anche in un contesto di apparente bruttezza, di materia ruvida a grossolana, può apparire una luce, piccola, ma quella luce ti cambia la percezione del luogo, del tempo, ti insegna che non è l’apparenza che conta.

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Lamps in Madurai temple, South India, ph Maria Lecis

Piccole fiammelle in lampade di burro ardono in un angolo del grande tempio di Madurai, nel sud dell’India, dedicato alla dea Meenhakshi, una delle mille incarnazioni di Parvati. Nell’immensità di questo spazio, fatto di lunghe gallerie buie e cavernose, in cui si aprono, come pozze di luce accecante, cortili e cisterne, in piccoli altari o davanti a effigi poste in angoli remoti, fedeli accendono le loro lampade votive, e nel buio si illuminano piccole finestre luminose, quasi dei varchi da cui far passare non solo lo sguardo ma il senso stesso della tua presenza. Anche Madurai fa parte di un itinerario proposto da Viaggiare con Citypilgrim.

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Devotion in Danilovsky Monastery, Moscow, ph. Maria Lecis

La Liturgia Orientale pone grande enfasi sull’aspetto emotivo e sensoriale della preghiera. I riti della Chiesa Ortodossa sono molto curati, e colpiscono per la forza di trasmissione di canto, profumi e luce. Tuttavia quello che più colpisce entrando in una qualsiasi chiesa cristiana di rito orientale è la presenza di migliaia di candele in cera grezza che vengono accese davanti alle icone che sono presenti ovunque. Ognuno compie un vero e proprio percorso accendendo lumi davanti alle immagini che sente più vicine alla propria esperienza e alla propria storia, come questa donna nel monastero moscovita Danilovsky, luogo di grande austerità e spiritualità. La luce è un testimone, un mezzo di dialogo tra l’umano e l’ineffabile, tra la semplicità della materia grezza e la ricchezza dell’immagine religiosa.

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Lights, candles, incense: Chinese Style devotion in a Vietnamese temple. ph. Maria Lecis

Incensi e candele: ogni tempio cinese ne è pieno. La devozione popolare, che fonde in una sola grande religione, credenze taoiste, buddiste, pagane e confuciane, ha per i popoli di influenza cinese, come il Vietnam da dove proviene questa immagine, una grande importanza (chi la volesse vivere in prima persona può scegliere il viaggio in Vietnam nel catalogo Viaggiare con Citypilgrim). Per i cinesi  l’offerta rimane il principale atto religioso, legata ovviamente alla speranza di un fortunato ritorno. Del resto le luci che si accendono davanti a ogni altare in ogni luogo di culto del mondo sono pur sempre un segnale di speranza, un auspicio di cambiamento, un mezzo che, sotto forma di fumo, cerca in modo semplice e ingenuo di collegare la terra e il cielo.

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Light from the windows of the Suleyman Mosque, Istanbul, ph Maria Lecis

Nella tradizione islamica dove la devozione non è mai concepita come culto alle immagini e tantomeno come interazione tra offerta e divino, la luce riesce però ad apparire come un qualcosa di soprannaturale. Dalle finestre delle moschee della tradizione ottomana vere e proprie cascate di luce illuminano gli spazi da preghiera e i grandi lampadari sospesi hanno esclusivamente una funzione tecnica prima ancora che decorativa. Credo però di aver raggiunto uno dei massimi momenti di emozione legata alla luce in un luogo di culto quando partecipai a una preghiera in una moschea di Isfahan in Iran dove, non esistendo soffitto, l’unica luce che illuminava la scena era quella della luna e delle stelle (anche l’Iran fa parte delle proposte di Viaggiare con Citypilgrim).

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