Isfahan, la magica, Isfahan, il gioiello della Persia: un luogo meraviglioso e ancora poco conosciuto che nasconde alcuni capolavori di arte islamica.
Isfahan è una grande città, caotica come è giusto che sia ogni città asiatica, elegante, e questo per l’Asia è un requisito piuttosto raro, ricca di storia e di edifici di grande fascino. Ci sono palazzi, piazze, ponti che meritano attenzione ma il nostro interesse va soprattutto alle moschee e alle scuole coraniche (madrasa).
MADRASA DELLA MADRE DEL KHAN
Proprio la Madrasa della Madre del Khan è il nostro luogo favorito. Il calare della sera dalle tinte viola nel silenzioso giardino su cui si affacciano edifici, ricoperti di ceramiche colorate nei toni del blu, è stato per me un momento indimenticabile. La madrasa è una scuola coranica e ancor oggi discreti studenti appaiono e scompaiono, dando un senso di vita a questo luogo davvero magico. Ammaliante.

MOSCHEA DELL’IMAM
Affacciata sulla piazza del Meydan, la Moschea dell’Imam è senz’altro uno dei simboli della città iraniana. La sua cupola chiude la prospettiva della piazza. All’interno, certamente meno spettacolare di quanto ci potrebbe aspettare guardandola dalla piazza, è tutto un susseguirsi di piccoli spazi ombrosi, portici, sale da preghiera, che danno un certo senso di disorientamento. Simbolica.
MOSCHEA DI LOFTOLLAH
Sulla stessa piazza la moschea di Loftollah è un piccolo scrigno di decorazione. Ci si arriva con uno stretto corridoio; poi lo sguardo sale lungo le pareti rivestite di ceramiche colorate, sulle colonnine turchesi che sembrano serpenti. Conviene guardare in alto, perché lo spazio non è grande e spesso è invaso da visitatori non certo silenziosi. Raffinata.

MOSCHEA DEL JAMEH
La grande, severa Moschea del Jameh sorge in posizione più elevata, fuori dal centro vero e proprio. Facendo un paragone, neppur tanto azzardato, si potrebbe dire che questa è la cattedrale gotica della città mentre la moschea dell’Imam è quella rinascimentale. Antica e severa, non affascina per gli ammalianti colori delle piastrelle ma per gli intarsi su pietra, e il grande bacino nel cortile dove si svolge la preghiera. Spirituale.
MOSCHEA DI ARUN VILAYET
Proprio alle spalle del Bazaar si trova invece la moschea di Arun Vilayet. Più che una moschea è un piccolo santuario, in posizione tutt’altro che poetica. Vi si trovano alcuni dei rarissimi, eretici, esempi di raffigurazione pittorica della figura umana. Il glorioso Alì, maestro degli sciiti ma anche il Profeta, che è senza volto, come sempre accade quando lo si rappresenta nelle miniature e nei codici. Strana.
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Magical, fascinating, elegant Isfahan, the Persian jewel, it’s a wonderful quite unknown old city, full of Islamic art masterpieces.
The silent, rather secluded, Mother of Khan Madrasa is my favorite place in Isfahan. Really amazing at sunset, when the sky became slowly dark and low lights revealed the ceramic decoration is quiet all day long, far from the tourist beaten routes. It’s still an Islamic school and students come and go. Fascinating.
Closing the unique Meydan square view, Imam Mosque is a fantastic screen, blue and plastic. Interiors are not so beautiful as you can expect looking from outside, but the labyrinth of passages, corridors, prayer rooms is a little off-putting. Symbolic.
In the middle of the left side of the Meydan square, the little, dark, Lofotllah Mosque is a real Isfahan’s highlight. The wall, the dome, the pillars, are huge examples of late decoration, playing with different blue nuances. Refined.
The old, wide, severe Jameh Mosques is a medieval building, less decorated than other mosques: something like a Romanesque style cathedral in a Renaissance town The open-air prayer room has a flower-shaped fountain in the middle. Seems more spiritual than others.
Islamic rules forbid the representation of the human figure, so the fresco paintings of the Harun Vilayet mosque, a little, simple hall not so far from the main bazaar, are a real rarity for Iran. Strange.
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