SE TI INTERESSANO LE STORIE DI ALTRI ORDINI RELIGIOSI LEGGI QUI
Già: chi sono gli Agostiniani, una bella domanda! Se infatti i Domenicani e i Francescani prendono il proprio nome dai fondatori, Domenico di Guzmàn e Francesco d’Assisi, ne deriverebbe che gli Agostiniani siano stati fondati proprio da sant’Agostino. Troppo facile. Gli Agostiniani sono infatti un ordine mendicante (cosa significa? leggi qui) fondato nel XIII secolo in Italia, ben 700 anni dopo la morte di Agostino di Ippona in Africa. La loro sigla ufficiale però è O.S.A (Ordo Sancti Augustini) quindi una derivazione legale e sancita dalla Chiesa. Tutto facile, malgrado il lungo salto temporale, se a dichiararsi infatti diretta “figlia” del grande Agostino non fosse anche un’altra famiglia religiosa: quella dei Canonici Regolari di sant’Agostino, che, da un punto di vista filologico, è persino più aderente nel proprio ideale di vita al modello creato a Tagaste da Agostino per i suoi canonici. A custodire la tomba del santo, nella bella chiesa di san Pietro in Ciel d’oro a Pavia (leggi qui) ci sono però i frati agostiniani, non i “suoi” canonici. Che confusione, direte, e come darvi torto! Vediamo di fare un po’ di chiarezza parlando in questo post solo della complicata storia dei frati. agostiniani
IL NOME
Il nome “agostiniani” come detto non deve ingannare. L’ordine degli Agostiniani non fu affatto fondato da sant’Agostino. Quando la Santa Sede emanò l’atto di fondazione dell’ordine, il santo vescovo di Ippona era già morto da settecento anni. L’attuale ordine Agostiniano è per questo privo di un fondatore vero e proprio (se per fondatore intendiamo colui che deliberatamente dà vita a una famiglia religiosa) e la sua denominazione deriva da una storia abbastanza intricata che cercherò di riassumere. Il nome più appropriato dovrebbe essere infatti quello di Eremitani di sant’Agostino. Così infatti si chiamavano alle origini i membri di questo “fluido” ordine religioso. Dal momento che, come scrive lo storico agostiniano Balbino Rano, “…il nuovo ordine mancava di fondatore individuale immediato, perché fondatrice immediata era stata la Santa Sede, esso intensificò la coscienza corporativa agostiniana. Mentre altri ordini, pure di filiazione agostiniana (Premostratensi, Trinitari), accentuavano la loro peculiare relazione col proprio fondatore, gli Eremiti di Sant’Agostino, non avendone uno diretto, si richiamano…al vescovo di Ippona” (B. Rano: Agostiniani in DIP I).
LE ORIGINI
Nei primi anni del secolo XIII appaiono nell’Italia Centrale gruppi di “eremiti” che conducono una vita appartata ma in comunità. Il vivere appartati, senza regola e senza organizzazione, era sempre stata una scelta alternativa al monachesimo di stampo benedettino e aveva trovato sempre numerosi spiriti disponibili. Questa proliferazione inquietava però le autorità ecclesiastiche che temevano raggruppamenti incontrollati. Le comunità, composte da laici ma anche da sacerdoti, vivevano in romitori poco lontani dai centri abitati e avevano frequenti contatti con la popolazione rurale. Proprio questo particolare, la predicazione, spinse le autorità religiose a dare loro un’organizzazione e una disciplina comune. Tra questi raggruppamenti di “eremiti organizzati” uno dei più consistenti era quello dei cosiddetti Eremiti della Tuscia, riuniti da Innocenzo IV nel 1243 sotto un superiore comune e nell’osservanza della regola agostiniana scelta per la sua grande adattabilità alle diverse forme di vita religiosa. Altri gruppi di eremiti simili erano quelli dei Giamboniti, fondati a Mantova da Giovanni Bono; dei Guglielmiti, gruppo numeroso sorto vicino a Siena che seguiva però la regola benedettina. C’erano poi gli eremiti di Brettino, diffusi nelle Marche e gruppi simili in Francia e in Inghilterra. I Francescani, con motivazioni davvero poco evangeliche, si opposero strenuamente alla proliferazione di questi gruppi di cui lamentavano la scelta dell’abito troppo simile al loro e la sovrapposizione nella raccolta delle questue. La Santa Sede cercò quindi di riunire e razionalizzare i vari movimenti.

LA FUSIONE
Per opera del cardinale Annibaldi venne portata avanti una delicata missione diplomatica che ebbe come scopo la fusione dei vari movimenti eremitici. Nel 1256, i delegati di tutti i movimenti si radunarono in un capitolo tenuto presso la chiesa romana di santa Maria del Popolo che del 1250 era stata affidata agli Eremiti della Tuscia. Il progetto di fusione venne approvato e confermato con la bolla papale Licet Ecclesiae. Da allora ebbero un unico superiore generale, venne unificata l’osservanza della Regola Agostiniana, e, per differenziarsi dagli altri ordini mendicanti (in particolare per sanare il contenzioso aperto con i Francescani), fu loro imposto l’abito nero. Il nuovo ordine si chiamò dei frati eremiti di S.Agostino.
L’UMANESIMO AGOSTINIANO
Gli Agostiniani si rafforzarono come movimento unitario e furono particolarmente attivi durante il periodo dell’Umanesimo (furono infatti vicini al movimento agostiniano sia il Boccaccio che Petrarca) distinguendosi in particolare (come poteva essere altrimenti visto il loro padre spirituale…) nella teologia e nella filosofia. Ricordiamoci che anche Martin Lutero era un frate agostiniano e la sua appartenenza creò per un certo periodo qualche difficoltà all’ordine, accusato dai teologi rivali (“l’amore reciproco” è sempre stata una caratteristica degli ordini mendicanti delle origini…!!) di aver generato con le sue posizioni teologiche il pensiero eretico. Forse proprio queste accuse spinsero i teologi agostiniani ad un’intensa attività apologetica della fede cattolica durante il Concilio di Trento (in particolare si distinse Gerolamo Seripando).
IL PERIODO D’ORO
Il periodo che va dal 1539 al 1785 è considerato quello di maggior fioritura per l’ordine, che raggiunge diffusione mondiale. Le soppressioni dell’epoca napoleonica e quelle successive ad opera dei governi liberali non risparmiano gli Agostiniani che riescono a riprendersi puntando soprattutto sull’attività missionaria. Ed è una scelta vincente perché, vista la perdita di vocazioni accusate in Europa, sono proprio le missioni in America, Asia, Africa del Nord a portare nuova linfa alla famiglia. L’attività missionaria è quindi oggi più che mai essenziale per l’ordine come del resto quella educativa.
LE RIFORME
Per concludere ricordo che esistono altre due famiglie riformate di Agostiniani: i Recolletti, diffusi soprattutto nei Paesi di lingua spagnola, fondati nel XIV secolo e caratterizzati da una più spiccata componente mistica e contemplativa, e gli Scalzi nati da una scissione nel XVI secolo. Oltre ai tre voti tradizionali gli Agostiniani Scalzi ne emettono un quarto di “umiltà” per cui non possono procurarsi prelature e uffici.
2 commenti