Ci sono pittori che riescono a trasmettere nella propria arte un messaggio profondamente spirituale anche senza dedicarsi a quadri di tematica religiosa. Il grande pittore romantico Caspar David Friedrich è senz’altro uno di questi e i luoghi immortalati nei suoi quadri possono essere meta di pellegrinaggi che non sono solo artistici. Ecco il mio ricordo di quel viaggio con alcuni interessanti link per chi cerca idee di viaggio diverse!

Camminavo in silenzio nel bosco in attesa di incontrare le scogliere di Rügen. Fino a dieci anni fa nemmeno sapevo dove fosse questa Rügen, non ne conoscevo proprio l’esistenza. Poi, durante una visita al Reinhart Museum am stadtgarten di Winterthur in Svizzera, mi trovai davanti un piccolo quadro con tre figure, riprese di spalle, che contemplavano un mare burrascoso dall’alto di una bianca scogliera. Sto imparando che le emozioni più forti capitano sempre per caso: infatti quel giorno ero andato a Winterthur per vedere l’altra galleria Reinhart, quella più famosa, con i pittori francesi, dove avrei visto le solite deliziose e un po’ stucchevoli cose, e mi ritrovai per sbaglio a vedere “l’altra galleria”, quella silenziosa e quasi mistica nella sua luce dedicata ai pittori di lingua tedesca. Fu un colpo di fulmine e da allora la pittura di Kaspar David Friedrich, l’autore di quel piccolo affascinante dipinto, è entrato nella mia vita tanto da spingermi a compiere un viaggio alla ricerca del suo universo visivo e spirituale.
Pioveva quel giorno nella foresta che precede la scogliera, che oggi si trova al centro di un parco nazionale ed è per questo raggiungibile solo con un percorso di un’ora. Eppure, malgrado non fosse che un piovoso giorno di primavera, c’era molta gente. Non credo che tutti i presenti fossero venuti a Rugen per rendere omaggio a Friedrich, anche se questo quadro è molto conosciuto in Germania e la scogliera è oggettivamente un luogo di fascino, eppure mi parve di partecipare a una specie di pellegrinaggio. Ed è per questo che ne parlo questa sede.

Purtroppo la scogliera oggi è assai diversa da quella su cui si trovavano le figure ritratte da Friedrich. Oltretutto solide ringhiere protettive impediscono ai visitatori di riprodurre la stessa potenzialmente pericolosa situazione del quadro. Anche la luce raccontata da Friedrich oggi non c’è e le rocce mi appaiono sicuramente meno bianche. Eppure, prima di affacciarmi a quel panorama, provo la medesima emozione che provai entrando in famosi luoghi d’arte come la Cappella Brancacci o la chiesa di san Luigi dei Francesi. Il suono del mare, parzialmente turbato dai rumori che i turisti inevitabilmente producono, cerca di riportarmi nel quadro ma la evidente commercializzazione del luogo mi ricorda che ormai ci si deve rassegnare a una mediazione tra memoria e fruibilità.
Friedrich amava ritrarre le sue figure come se si trovasse qualche passo dietro di loro, come fosse un osservatore discreto, un’anima che si era separata dal proprio corpo (spesso infatti una delle figure riprodotte era un suo autoritratto) per meglio vedere e meglio capire. A me però non è concessa questa esperienza. Vedo le cose con il mio occhio banale e le cose che vedo, in un certo senso, mi deludono..

Più tardi, al tramonto, tra le rovine dell’abbazia di Eldena, poco lontana da Greifswald la bella città anseatica che diede i natali a K.D. Friedrich, mi capita tuttavia di vivere un momento di maggior immedesimazione nello scenario di un alto quadro famoso del pittore della Pomerania. Le rovine della gotica abbazia sono rimaste pressoché le stesse, non c’è quasi nessuno e anche la luce pare ricordare quella del quadro. Friedrich era un uomo molto religioso, ispirato da quel senso mistico della natura che fu proprio dei romantici tedeschi. In lui però c’era un qualcosa di veramente mistico che espresse in un modo davvero peculiare, raffigurando la piccolezza dell’uomo al cospetto del creato. Su una delle spiagge di Rügen potrei invece immaginarmi la figurina appena accennata del monaco del meraviglioso quadro di Berlino, espressione sublime di ricerca cromatica e di costruzione dello spazio in funzione di un pensiero che anticipa la costruzione di Rothko, che di Friedrich fu ammiratore. Siamo piccoli davanti alla grandezza del creato, sembrano dirci i suoi dipinti, cerchiamo di non dimenticarlo mai. Camminiamo su una spiaggia, ci affacciamo su una scogliera, guardiamo dall’alto un mare di nuvole, ma non siamo noi i protagonisti della scena. Sempre raffigurati di spalle, sempre in rapporto di inferiorità con il paesaggio, siamo così rimessi al giusto posto sulla scena del mondo, figure di complemento che possono solo cercare di vivere in comunità e sintonia con la natura. Ma forse non sono altro che visioni di uno spirito romantico.
L’Ente del Turismo di Greifswald ha approntato anche un interessante percorso alla scoperta dei luoghi di Friedrich. Per chi ama le atmosfere del mar Baltico, con belle spiagge battute dal vento, vecchi pontili in legno che si allungano sul mare e case a punta dal tipico stile anseatico, ecco un perfetto suggerimento di vacanza diversa!

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I love painters expressing a deep spiritual message, especially if not painting real religious themes. That’s why I love Casper David Friedrich the great romantic painter. So, one day, I decided to make my own pilgrimage visiting the locations where he painted some of his masterpieces.
I walked in silence through the woods to the cliffs of Rügen. I did not even know where this place was until, during a casual visit to the Reinhart Museum in Winterthur, Switzerland, I met this small painting where three figures, taken from behind, contemplate a stormy sea from atop a white cliff. I’m sure: strongest emotions happen by chance. I went to Winterthur to see another gallery and I found the silent and almost mystical one with the German painters. Since then, the painting of Kaspar David Friedrich has entered my life, taking me on an endless journey, discovering his visual and spiritual universe.
When I walk on a silent path running in the forest that surrounds the cliffs it’s raining weakly but even on a working spring day, I meet many people.
However, the cliff I see now is rather different from the painting’s one. The light is different, the trees leafless and the rocks definitely less white. Anyway, approaching the panorama, I feel the same emotion I felt before entering famous art sites. The sound of the sea, even if disturbed by tourists’ silly noises, brings me back into the picture mood but soon I understand we have to resign ourselves to mediation between memory and massive tourism. Friedrich loved to draw his figures from a particular point of view, He was something like a discreet observer, a soul separated from the body trying to understand the reality staring from a small space’s detach. But this is not my poor experience as I see things with my banal eye and everything someway disappoints me…
Later, at sunset, wandering among the ruins of the Abbey of Eldena, not far from Greifswald, the beautiful, Hanseatic K.D. Friedrich’s birthplace, I feel a deep identification with the scenery of another masterpiece of the Pomeranian master. The ruins of the Gothic abbey are the same I saw, there’re no visitors and the light itself seems to recall the painting’s atmosphere. Friedrich was a religious man, inspired by the mystical sense of nature typical of German romantic spirits. His paintings have something mystical expressed showing the smallness of the man, a drop in the creation’s ocean. Walking on a beach I could imagine the “Monk on the sea” of the Berlin painting, a sublime expression of chromatic research and construction of space analyzing a deep spiritual thought: we are small in front of the greatness of creation, never forget it. We can walk on a beach, look from a cliff or atop a sea of clouds, but we are not the real subjects of the scene. From behind, smaller than breathtaking landscape, we play our role in the creation’s screenplay, just complementary figures who have to try to live in community and harmony with nature. Visions of a romantic spirit, after all.
