Praga: le chiese barocche di Killian Ignaz Dientzenhofer (Prague: K.I. Dientzenhofer’s Baroque churches)

Il mio “spirito guida” di Praga è Killian Ignaz Dientzenhofer (1689-1751) che, con il padre Krystof, è stato l’architetto di molte chiese e conventi che trasformarono la capitale boema alla fine delle Guerre di Religione. Praga, la prima delle dieci città europee  che ho scelto come più adatte per chi cerca dei percorsi sacri, è una città che particolarmente amo, anche se  la recente esplosione turistica ne ha in parte compromesso la magia e il fascino. I luoghi legati a Killian Ignaz  sono però particolari e, pur essendo in gran parte all’interno dei principali percorsi di visita, riescono a mantenere l’atmosfera spettacolare e drammatica tipica del tardo Barocco mitteleuropeo.

La prima volta che mi trovai davanti alla chiesa di san Nicola, nella piazza della Città Vecchia (ho deciso di usare la dizione italiana di luoghi e chiese per semplificare la lettura), era una nebbiosa serata di primavera alla fine degli Anni Ottanta. Si era ancora nel “vecchio” regime e la piazza non era ancora diventata il luogo turistico e mondano che è ora. Non era invasa da tavolini e locali. Era vuota e silenziosa, dominata dalla statua di Jan Hus, il grande riformatore (o eretico, dipende dai punti di vista) boemo che con il suo pensiero ispirato alla semplicità e al recupero dei valori evangelici, suscitò un grande movimento popolare di ribellione alla Chiesa e al potere feudale.
Fu anche la prima volta che lessi il nome, abbastanza complicato da ricordare, di Killian Ignaz Dientzenhofer. Qualche anno più tardi, in piena transizione tra il vecchio e il nuovo mondo, tornai a Praga per scrivere un guida di viaggio per Oscar Mondadori. E lì il nome di questo architetto, il più geniale di una famiglia di origine bavarese, mi divenne familiare e amato.
Il suo nome è associato a quel grande periodo di edificazione e restaurazione religiosa che sconvolse Praga a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, dandole l’impronta barocca che ancora la contraddistingue. Avendo studiato nel Collegium Clementinum, simbolo possente della presenza gesuitica nella città riconquistata, Killian era di sicuro un intellettuale allineato alla restaurazione asburgica, ma era anche un sincero ammiratore dell’arte italiana (chi non lo era in quegli anni!), in particolare di due architetti che sono tra i miei favoriti: Borromini e Guarini. Se fossimo in un post di arte sarebbe bello dilungarsi tra le analogie formali dei monumenti, l’uso sapiente di concavo e convesso, la capacità di modificare e plasmare gli spazi, ma questo è solo City Pilgrim e da san Nicola, ora adibita a sala concerti e al culto settimanale della rinata chiesa hussita, dobbiamo partire per un percorso. È tuttavia singolare che proprio in una chiesa edificata (nel 1732) da un campione della Controriforma sia oggi celebrato quel rito hussita che fu aspramente combattuto dalla cattolica dinastia asburgica committente dell’architetto.

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Saint Nicolas church in Mala Strana

Un’altra chiesa dedicata a san Nicola la dobbiamo a Killian Ignaz: quella che svetta sul quartiere di Mala Strana (usare l’italiano Piccola Parte mi viene più difficile) sovrastata dalla grande cupola verde. Mala Strana è un quartiere di chiese e palazzi (sul lato opposto, seguendo la via Karmelitska, vi incontra la chiesa di santa Maria della Vittoria in cui è venerata la famosa statua del Bambino Gesù di Praga) ma la chiesa di san Nicola  (1737) è senza dubbio il suo edificio più spettacolare. Anche all’interno, dove statue, affreschi, stucchi ma soprattutto un grandioso organo di fabbricazione italiana esprimono pienamente quell’ideologia di forma e ricchezza che la riconquista asburgica voleva contrapporre all’eretica sobrietà hussita.
Prototipo di questo progetto politico e spirituale è la chiesa-santuario di Loreto, che si trova nel sovrastante quartiere del Castello. Nata da un’idea di una principessa di origine spagnola Katerina Lobkowicz (la stessa che aveva portato qui il culto del Bambino Gesù) la chiesa contiene al suo interno una copia perfetta della Santa Casa che si trova nella città marchigiana ed è la prima (nel 1634) di numerose chiese con lo stesso nome costruite in tutta la Boemia e la Moravia negli anni successivi. Il progetto iniziale non era stato affidato ai Dietzenhofer, padre e figlio, ma come documentato da una mostra appena conclusa, l’intervento dei due architetti fu determinate nella percezione degli spazi che oggi abbiamo della chiesa. Poco vicino si trova la prima chiesa firmata dall’allora giovane figlio d’arte Killian Ignaz nel 1729: si tratta di San Giovanni Nepomuceno, dedicata al santo più amato della Boemia che era stato da poco canonizzato. La storia del canonico, martirizzato da Veneceslao IV per non aver voluto rivelare all’imperatore i segreti di confessionale appresi dalla regina, merita un post a parte, perché costituisce essa stessa un affascinante leit motiv artistico spirituale per visitare Praga e la Bohemia. Risalendo sempre più la collina, si arriva alla grande abbazia premostratense di Strahov, uno dei più begli edifici della capitale ceca, con la sua celebre biblioteca Qui non operò Killian Ignaz bensì il suo amico e genero Anselmo Lurago, ma il complesso si inserisce perfettamente nel mood di questo itinerario. Inoltre, capitandoci per una messa alla domenica mattina o per una funzione delle 18, può anche capitare di ascoltarvi il canto gregoriano.
Dientzenhofer lavorò invece nella ricostruzione dell’antico monastero benedettino di Brevnov (o del Travicello, visto che questo significa il suo nome) che si trova ancora più a monte. Proprio da Brevnov è partita, nel 1990, la rinascita della piccola ma eroica Congregazione Benedettina Slava che ha riportato la vita monastica in Boemia e Moravia dopo gli anni della dura soppressione voluta dal comunismo. Anche se in parte l’edificio è oggi adibito a usi profani, la chiesa (firmata però dal padre), la Biblioteca, la Sala della Prelatura, sono esempi sontuosi di quanto questa abbazia, insieme con la gemella Braunau di cui i Dietzenhofer furono architetti) costituiva uno dei più grandi potentati politico economici della Boemia.

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Strahov Premonstratensian Monastery. ph. Czech Tourism

Dal momento che il nostro itinerario praghese è stato scandito dal tema artistico religioso della Controriforma asburgica, conviene farlo terminare dove tutto ciò ebbe inizio. Usciamo ancora un poco da Praga e raggiungiamo la Montagna Bianca, Bila Hora, il luogo in cui nel 1620 le truppe comandate da Ferdinando d’Asburgo sconfissero l’esercito protestante di Federico V di Palatinato. La vittoria cattolica pose fine all’indipendenza della Boemia e la indirizzò da allora in poi nell’orbita germanica dove rimase fino alla Prima Guerra Mondiale. La chiesa di Nostra Signora, costruita per celebrare quella vittoria (anche quella di Mala Strana, quella con il Bambino Gesù ha la medesima intitolazione) è un’altra opera di Killian Ignaz e non poteva essere altrimenti perché solo l’architetto che meglio interpretò il rinnovamento spirituale successivo alla fine delle guerre di religione poteva firmarne l’edifico sorto sul luogo da dove tutto ciò ebbe inizio: Bila Hora, la Montagna Bianca.

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Brevnov Benedictine Abbey.

Prague, is the first of my “Citypilgrim friendly” cities in Europe.  I decided to select, as my personal guide-spirit in this itinerary,  Killian Ignaz Dientzenhofer (1689-1751), the great Architect of the Late Baroque.
The first time I was in Prague, in the Eighty, the city was still under Communism and the Old Town Square was silent and quite sad. It was a misty evening and the white Saint Nicholas seems too bright in the darkness. I’ve returned much time in Prague in the following years and the church, used now by the Hussite Church, always appeared to me as a nice but frozen building. Killian Ignaz Dientzenhofer, born in a Bavarian architect family, studied in the Clementinum College, ruled by the Jesuits, in the years of the catholic counter-reform after the wars against the Hussites, and had the perfect skill to incarnate the new spirit that changed the Gothic Bohemian capital in a Baroque gem.
Another Saint Nicholas, the white and green-domed in Mala Strana, is probably his late masterpiece and the highest point of a fantastic season.
Killian was engaged in many projects, often commissioned by religious orders, and the Loreto Shrine, in the upper Castle hill, was a perfect synthesis of this spiritual and architectural view: a Spanish princess, Katerina Lobkowicz, decided to build here a perfect replica of the Holy House of Nazareth in the Loreto Shrine in Italy. Soon more than 40 new Loreto appeared in Bohemian and Moravian lands as an educational program for the heretic countrymen.

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Bila Hora Church, ph. Vit-Vit

Killian fellow and son-in-law, Anselmo Lurago was involved in the reconstruction of the Premonstratensian Strahov Abbey, one of the most important monastic complexes in Prague, Worth visiting church and library, one of the most beautiful in European Abbeys.
Ancient Benedictine Abbey of Brevnov was refurbished by K.I. D. in association with his father Krystof and completes the trio of huge, programmatic, catholic buildings in Western Prague. Our itinerary ends where everything began: the Bila Hora (White Mountain) battlefield. Here, in 1620, the Catholic army defeated the Protestant Coalition. some year later, on the site of the battle, a new shrine was built and K.I was, obviously the designated architect. Bohemia became and Habsburg’s dominion and the emperor Ferdinand II sent Jesuits and other religious orders to evangelize the former Hussites countries. Prague changed its face as well, and Killian Ignaz Dientzenhofer was one of the leading spirits of this urban and spiritual counter-revolution.

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